Il paradosso italiano: il populismo mediatico di destra toglie voti alla destra
Istituzioni ed economia
Giuliano Ferrara ragiona sulla sconfitta della Merkel in Meclemburgo, un land che dovrebbe fregarsene del tema immigrazione perché lì, come nelle Midlands industriali che hanno premiato la Brexit in Inghilterra, non ci sono né immigrati né banlieue, nè madrasse nè minacciosi musulmani accampati per le strade.
Il Meclemburgo è tutto sommato un'isola felice, ma vota come se fosse Marsiglia o Brixton – spiega Ferrara – perché guarda la televisione, e “il sistema mediatico crea nell’immediatezza, dunque in modo irriflessivo, primitivo, emozionale, l’opinione pubblica, e le corrisponde per ragioni deontologiche e commerciali mischiate”. Ha ragione.
L’hate speech sugli immigrati paga, in termini di ascolti, vendite e voti. Ma anche qui c'è un paradosso tutto italiano sul quale il giornalismo e l'editoria dovrebbero pur riflettere: se altrove il linguaggio dell'odio, dell'emergenza e dell'allarme paga gli amici politici di chi lo confeziona, vedi il caso Sun-Rupert Murdoch, da noi succede un'altra cosa. Da noi la grancassa dei titoli di Libero e del Giornale, delle intemerate di Del Debbio e, più in generale, del gentismo di Mediaset e degli allarmi rossi di tutto l'opinionismo che le gira intorno, non avvantaggia come sarebbe logico (e come succede in tutta Europa) la destra, i suoi personaggi, i suoi leader, ma sposta i consensi altrove: nell'astensionismo e nella protesta Cinque Stelle.
Pagare giornali o tv che portano voti ad altri, se permettete, è una cosa davvero bizzarra. Servirebbe uno psicologo o un antropologo per capire come mai lo si faccia: pigrizia? Scarsa capacità di trovare altri temi? O le esigenze di business, il terrore di perdere copie – che già se ne vendono poche – fa aggio sulle finalità “politiche” per cui un editore stampa carta o fa telegiornali? Del “buon affare” dell'odio su Strade si è già parlato, fornendo dati e cifre sull'entità della questione, e ad esso pare riferirsi anche Ferrara quando evoca “ragioni commerciali” dietro questa tendenza del sistema mediatico.
Ma allora tanto varrebbe darsi al porno, che garantisce guadagni analoghi senza far danni alle costruzioni politiche di chi ha speso molti soldi ed energie in queste testate, in queste redazioni, nella sfera così costosa e complicata del “fare opinione”. Perché, e il punto è questo, è probabile che in Italia l'allarmismo di stampo xenofobo addirittura nuoccia a chi lo promuove con surreali titoli sul “complotto delle musulmane incinte” e sui “bastardi islamici”: l'escalation drammatizzante degli allarmi-stranieri è inversamente proporzionale ai dati elettorali delle destre degli ultimi cinque anni. Quella cresce, i voti calano.
Io capisco che Murdoch incentivi la tendenza del Sun al racconto terrorizzante su profughi, Europa, bibliche invasioni: lo ha portato alla stravittoria, anche se poi ha preferito gestirla passando la mano. Capisco meno che lo faccia Silvio Berlusconi: non se ne avvantaggia né lui, né i suoi amici (Salvini compreso: due tornate elettorali, due sconfitte), né l'agibilità politica del centrodestra, incatenato a toni e slogan che fanno fuggire chi è ancora capace di pensiero. I generici sentimenti di rabbia e ostilità tribale veicolati da questo tipo di giornalismo costruiscono una dimensione emotiva nella quale l'elettore non si accontenta più dell'estremismo, ma vuole il Götterdämmerung, l'assalto alla Bastiglia, Pol Pot e i Colonnelli insieme, e insomma: finisce che Di Maio, il quale mai ha gestito il ministero dell'Interno o i guardiamarina, quindi è mondo da peccati originali, risulta più credibile di ogni ultras che possa produrre Forza Italia, la Lega o Fratelli d'Italia.
Farci una riflessione sopra, ora che si ricomincia dall'avventura di Stefano Parisi e si annuncia la nascita di una nuova testata giornalistica – “La Libertà” di Maurizio Belpietro – non sarebbe sbagliato. Ogni leader ha bisogno di un contesto, di un coté di ragionamento, di un mondo dal quale trarre suggestioni e idee, e qualunque sia l'idea della destra prossima ventura – persino se questa idea fosse populista e barricadera e ultras – continuando così, temo, non si andrà da nessuna parte e si continuerà a portare acqua ad altri mulini.