Stagnaro container

Mi è stato riferito che Lega e 5Stelle hanno disertato la scorsa settimana un tavolo sulle infrastrutture del Piemonte aperto dal governatore Chiamparino.

Dai commenti letti sui social da parte di alcuni parlamentari della maggioranza sembra che questo tavolo non fosse una priorità e che le priorità invece siano “ben altre”. Questo episodio non è che un sintomo della distanza abissale che esiste ancora tra molti parlamentari dell'attuale maggioranza governativa e la comprensione delle opportunità a livello economico per l'Italia.

Ma andiamo con ordine. Dopo 20 anni di lavoro in Oriente, uno dei compiti che mi sono dato rientrando in Italia è stato quello di spiegare a chi non ne avesse ancora compreso la potata, la sfida che i nuovi (ma nemmeno tanto nuovi) paesi pongono al nostro, e in generale all'Europa. Paesi che fanno investimenti infrastrutturali per cifre neanche lontanamente immaginabili in Italia, che si specializzano in settori nei quali dovremmo essere noi ad eccellere e che, soprattutto, hanno un fortissimo senso del medio-lungo termine nelle scelte politiche ed economiche. Si pensa ai cittadini di oggi ma anche a quelli di domani.

Queste sfide sono anche, come sempre accade, opportunità. Opportunità di commercio, di investimenti reciproci, opportunità per i nostri porti, per esempio derivanti dalla Belt and Road Initiative (Nuove vie della Seta), quasi un trilione di dollari di investimenti in 20 anni, lanciata dalla Cina nel 2013. Iniziativa dalle implicazioni sfaccettate e alla cui comprensione in Italia è dedicato un think tank, Easternational, che ho contribuito a fondare e che ho l'onore di presiedere.

Cosa ci insegna la Belt and Road Initiative? Per esempio, che la Cina sta cercando nuove vie di collegamento con l'Europa, che verranno utilizzate per movimentare merci in entrata e uscita dal paese. Ci interessa? Eccome. +25% l'export italiano in Cina l'anno scorso, senza contare quanti componenti italiani finiscono in auto tedesche poi esportate verso il Dragone.

E ci suggerisce che i porti del Nord Tirreno forse possono approfittare di questo volano e magari tentare di acquisire un ruolo di "porto d'Europa" per quella parte del continente cosiddetta "contendibile": la Svizzera, la Germania meridionale, l'Europa orientale. Sottraendola ai grandi porti del Nord Europa. Genova, che si e’ svegliata un pò tardi, si sta attivando da più di un anno grazie anche alla lungimiranza del sindaco Bucci e del presidente del porto Signorini per farsi spazio all’interno dell’iniziativa. Come si sa però, il problema di Genova non sta tanto nelle infrastrutture portuali ma in tutto quanto è a monte e quindi nelle infrastrutture necessarie a velocizzare il trasporto merci a nord di Genova, verso i passi che portano in Svizzera. Svizzera che si è già attrezzata con l'Alptransit facendo opere che consentono ai treni merci di viaggiare a velocità superiore senza occupare i binari dei treni passeggeri; opere che però si fermano al confine con l'Italia in attesa di collegamenti ulteriori altrettanto efficienti verso Genova.

Sto parlando di centri di smistamento merci (Rivalta Scrivia, Novara), di Terzo Valico dei Giovi, e anche - indirettamente - di TAV. Tutte opere che si trovano nel, o passano per, il Piemonte. Se si vuole attrarre investitori nei centri logistici e nei nostri porti bisogna che queste infrastrutture vengano completate entro tempi brevi. Le notizie su possibili cancellazioni o sospensioni dei lavori messe in circolazione dal governo Lega-5S quindi non sono di buon auspicio. Vengono riportate dalla stampa straniera, oltre che quella italiana, girano più velocemente di quanto si immagini nel mondo della logistica e quindi anche di chi è interessato a investire nel settore. Ci si comincia a chiedere quindi se l’Italia, già destinazione meno favorita da investitori strategici e di lungo termine (viste anche le vicende Ilva), riesca a mantenere i propri impegni. E se sui nostri porti si possa scommettere come “porti d’Europa”.

Mi ha quindi fortemente stupito che Lega e 5 Stelle abbiano disertato il tavolo sulle infrastrutture. Cosa ci può essere di più importante che parlare di volani per l'economia di un'intera regione? Il nostro export non è importante? Forse no, visto che il neo Ministro dell'Agricoltura ha annunciato che non ratificherà il CETA, l'importante accordo con il Canada che liberalizza ulteriormente il commercio verso un paese che non sarà enorme come la Cina ma che compra il nostro alimentare e i nostri manufatti (e oltretutto, non ratificandolo impedisce ad altri 26 paesi europei di beneficiarne!). E favorire il traffico su rotaia rispetto a quello su gomma non dovrebbe essere anche nell'interesse di un minor impatto ambientale (tema forse non caro a entrambi i partiti di governo ma ad uno almeno sì)? Si vuole veramente tornare indietro di 20 anni bloccando il Terzo Valico?

Pare che in Piemonte invece la priorità assoluta per alcuni parlamentari leghisti eletti in nella regione sia quella di risolvere alcune disfunzioni del sistema sanitario. È possibile che tali disfunzioni esistano e non sta a me giudicare, ma contemplare la possibilità di curarsi sia del breve termine (oggi - sanità - anziano che si lamenta) che del medio-lungo termine, no? Perdere traffico merci a favore di porti del Nord Europa è nell'interesse del Piemonte? No. Condannare i nostri porti e centri logistici, che pure sono costati fior di quattrini, ad un utilizzo esclusivo per il nostro piccolo (sì, piccolo) paese è nell'interesse dell'Italia e del Piemonte? No. E chi ci vive in queste zone se non i figli e i nipoti degli stessi anziani che si lamentano di qualche lacuna del servizio sanitario?

Se è vero che l’agenda d'ora in poi la detteranno "loro", cioè i partiti di governo, perfino in una regione governata da un'altra maggioranza, spero che questi temi troveranno spazio tra i primi punti e non in fondo alla lista.