Editoriale

16 Aprile 2014

Come è noto, i professionisti dell'antimafia non vogliono norme chiare e comprensibili, perché pensano che queste siano un regalo alla mafia. Preferiscono norme oscure e ambigue, perfettamente aderenti all'ambiguità e all'oscurità del fenomeno mafioso e dunque adattabili alla caratteristiche di inchieste e processi che non possono, per loro natura, essere "normali". Poiché infatti le mafie non sono associazioni a delinquere come le altre e non confinano dall'esterno con la società legale, ma spesso la inglobano e se ne differenziano solo formalmente, allora - questo è il ragionamento - il diritto antimafia (non solo quello penale) deve rispettare il canone eccezionale dettato dall'eccezionalità (e dall'eccezionale gravità) del fenomeno mafioso.

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15 Aprile 2014

Nella vicenda delle nomine governative nelle grandi società partecipate dallo Stato, la mancata conferma di Paolo Scaroni come amministratore delegato di Eni è la notizia di primo ordine. Solo dopo, molto dopo, arrivano le altre considerazioni sulla massiccia presenza di donne (tre su quattro dei nuovi presidenti) o sulla moderazione delle remunerazioni. Con la nomina di Claudio Descalzi, Renzi chiude un'epoca: Scaroni, nominato nel 2005 dal governo Berlusconi, è stato in questi anni un attore chiave di molte scelte e di alcune non-scelte della politica energetica e della politica estera italiana.

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14 Aprile 2014

Alle prossime elezioni europee il centro-destra italiano si presenterà, per la prima volta dopo vent'anni, diviso e non unito dalla leadership berlusconiana. Attorno a FI, non c'è più una compagine di partiti convergenti e rappresentati, di fatto, dal partito maggiore e dal suo leader, ma una pluralità di soggetti diversi e divergenti, che si sono tutti, in un modo o nell'altro – Forza Italia compresa – congedati dallo schema unitario. A far prevalere le spinte centrifughe su quelle centripete è ovviamente il tramonto del Cav. come possibile leader di governo e quindi come oggettivo "centro gravitazionale" della coalizione.

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10 Aprile 2014

Il PD, con una decisione che più scontata non poteva essere, ha deciso di candidare solo donne come capolista nelle cinque circoscrizioni elettorali per il Parlamento di Bruxelles. Cinque donne rispettabili e rispettate, ma tutte, nessuna esclusa, prive di un profilo forte e politicamente autonomo, di una storia lato sensu femminista o di un'effettiva rappresentatività di genere, tranne che per la statistica e e l'anagrafe parlamentare, che non distingue però i seggi conquistati da quello concessi e il potere conteso e infine agguantato da quello conferito, e si limita a misurare le "presenze rosa".

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09 Aprile 2014

Gli enti inutili, che sono inutili o perché non fanno niente, o perché non fanno niente di utile, si possono semplicemente abolire, senza alcun danno per la collettività, ma senza altro vantaggio, se non quello, peraltro non disprezzabile, del risparmio delle spese di gestione. Le aziende controllate dalla politica erogano invece, almeno in teoria, servizi di pubblica utilità e dunque in questo caso da un semplice taglio numerico (meno imprese, meno amministratori, meno dipendenti, meno consulenti...) può derivare un risparmio in termini finanziari, ma non necessariamente un recupero di efficienza e dunque un vantaggio in termini economici. Nel caso di queste imprese, insomma, non si pone solo un problema di entità, ma in primo luogo di qualità della spesa e dei servizi erogati.

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07 Aprile 2014

La profonda sintonia tra Renzi e Berlusconi sulle riforme elettorali e costituzionali si fondava su di un'obiettiva convergenza di interessi. PD e FI avevano, quasi tre mesi fa, disegnato un sistema fatto su misura, per soddisfare la duplice esigenza di arginare il "ricatto" dei piccoli partiti e neutralizzare, almeno in termini istituzionali, il condizionamento del grande antipartito grillino. Per questa riforma (e per la relativa sintonia) è venuto in poche settimane a mancare il presupposto fondamentale. Non esiste e non sembra destinata a rivivere una coalizione berlusconiana competitiva con quella renziana.

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31 Marzo 2014

L'impressione, a volere sottilizzare il giudizio sullo scontro nucleare tra il capo del Governo e il presidente del Senato (e delle sue truppe di complemento guidate dagli immarcescibili Zagrebelsky e Rodotà) è che a confrontarsi non vi siano una ragione e un torto, ma due ragioni e due torti uguali e contrari, al servizio di due opposti estremismi. Grasso ha (in teoria) ragione quando dice che smontare il sistema bicamerale, in assenza di misure di riequilibrio istituzionale e in presenza di una legge elettorale che "maggioritarizza" la dinamica politica, rischia di alterare il sistema di checks and balances della democrazia italiana. Renzi ha (in teoria) ragione a sostenere che il trade off tra stabilità democratica e efficienza politica è alla base del default del nostro sistema istituzionale e che è questo il problema a cui occorre, in primo luogo, porre rimedio.

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28 Marzo 2014

La Chiesa di Wojtyla e Ratzinger, in Italia, rispose alla fine dell'unità politica dei cattolici attraverso la costruzione di un'unità cattolica trasversale sui temi eticamente sensibili. La cosiddetta "questione antropologica", cioè la dottrina cattolica sulla morale sessuale e riproduttiva, sull'etica familiare e sulle questioni del fine vita, non rappresentava solo il centro del magistero cattolico, ma anche il terreno di scontro e di compromesso con la politica italiana. Quella di Bergoglio è una Chiesa che ha scelto di giocare una partita del tutto diversa, rifiutando forme di collateralismo imbarazzanti e accentuando il carattere super-politico della presenza cattolica, ma anche scegliendo temi di impegno e predicazione più immediatamente "popolari".

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