Editoriale

24 Febbraio 2014

Curiosa differenza: da un lato Silvio Berlusconi, che propone dentiere gratis a tutti i vecchietti italiani e assistenza gratuita ai loro amici a quattro zampe; dall'altro, Graziano Delrio, che evoca un prelievo ulteriore sui Bot. Semplificando all'osso: Berlusconi vuol farmi avere la dentiera gratis, Delrio mi vuole togliere 30 euro. Se abbiamo passato gli ultimi anni in Italia, o almeno sul pianeta Terra, sappiamo che la semplificazione dei messaggi politici può apparire volgare e inaccettabile, ma che è il modo con cui l'eco delle discussioni politiche giunge negli angoli più lontani dell'opinione pubblica. La "nonnonomics" di Berlusconi è la nuova IMU prima casa, è il tentativo di toccare le corde più sensibili e più personali di un elettorato lontano sia da Matteo Renzi per mentalità ed anagrafe che dalle complicazioni dei tecnici prestati alla politica.

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22 Febbraio 2014

In che misura il Governo del Sindaco sarà il Governo della Leopolda (e delle prime, più che dell'ultima)? In che misura e come demolition man, oltre a schiantare avversari politici, governi amici e mammasantissima della sinistra italiana, vorrà anche rottamare le cause strutturali e funzionali del declino italiano – non solo di quello economico, ma anche di quello civile – che sono tutte racchiuse nel rapporto malato tra politica e consenso? Saprà pronunciare "i no che aiutano a crescere", o continuerà a dispensare i sì che condannano a decrescere un paese accartocciato attorno ai propri difetti?

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21 Febbraio 2014

A poche ore dal varo dell'esecutivo, la casella dello Sviluppo sembra assegnata all'ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. Che si confermi o meno questa ipotesi, il solo fatto che abbia circolato per giorni, fino a poche ore dalla salita al Colle di Renzi, dimostra che la sproporzione tra i mezzi e i fini, tra i progetti e gli uomini e alla fine pure tra il dire e il fare, rischia di diventare il connotato più caratteristico e per certi versi "costitutivo" del nuovo governo.

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20 Febbraio 2014

Fabrizio Barca è stato Ministro per la coesione sociale del governo Monti. Prima faceva il Direttore generale del Ministero del Tesoro, incarico al quale è tornato dopo la parentesi governativa e che tuttora ricopre. La sua passione tuttavia è la politica, alla quale l’ex Ministro si dedica con un’attività privata di ecumenismo catoplebista. Cosa Barca pensa degli imprenditori, intesi come categoria?

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19 Febbraio 2014

Il premier in pectore non ha vinto e non ha perso, perché non vince e non perde nessuno in questi "vieni avanti cretino" in streaming dell'avanspettacolo anti-politico. Tutto ha una sua logica e una sua perfezione e tutti hanno il proprio guadagno. I renziani, però, prima di domandarsi "come è andato Matteo", dovrebbero chiedersi se, per andare dove vuole andare e per fare il mestiere che ha scelto di fare, gli convenga davvero continuare a giocare ai fratelli De Rege e a fare il Bebè di Ciccio Grillo, o viceversa.

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18 Febbraio 2014

Renzi va veloce, ma non sembra sapere dove va e neppure dove vuole andare. Il toto-ministri del suo esecutivo è la rappresentazione perfetta del tutto e del nulla della sua idea di governo. Da Montezemolo a Gino Strada, passando per Moretti e per Epifani (ma Ichino, no), strizzando l'occhio a Della Valle e a Landini. Una sorta di concentrato di "grandi intese" politico-sociali, di supergoverno trasversale di celebrità, un album Panini dove uomini di mondo e uomini di potere fanno bella mostra di sé, uno accanto all'altro. È evidente che Renzi ha tante rogne, ma un unico vero problema politico: come negoziare a Bruxelles condizioni diverse sul fronte del cosiddetto rigore finanziario e come negoziare a Roma le riforme necessarie per persuadere i guardiani dell'eurozona di non trovarsi dinanzi all'ennesimo "prendi i soldi e scappa" della politica italiana. È questa la vera sfida di consenso che attende Renzi e a vincerla non gli serve un governo da copertina, ma un'idea chiara e un preventivo realistico dei ricavi e dei costi dell'operazione.

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17 Febbraio 2014

Oggi il presidente della Repubblica ha conferito al segretario del PD il compito di formare un governo, presentare un programma e chiedere la fiducia alle Camere. Queste sono, secondo noi di Strade, tutte le "prime" cose che il nuovo premier dovrebbe fare nell'interesse del Paese.

Uno. Abolire questa schifezza e licenziare il direttore dell'Agenzia delle Entrate per averla concepita. Immediatamente dopo, estendere l'esercizio a tutti i casi di solve et repete introdotti dal Fisco negli anni in cui l'Italia decise di autodenunciarsi al mondo come Paese canaglia. Per i suoi contribuenti. Torniamo civili.

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13 Febbraio 2014

O ad elezioni subito con una legge elettorale – il Consultellum – che ci rigetterebbe nel pantano, o si prova a fare subito quello che Letta non avrebbe potuto fare mai. Tertium non datur. Renzi ha puntato sulla strada meno ragionevole: un progetto di legislatura con obiettivi insolenti e un ritmo dopato. Il suo progetto, i suoi obiettivi, il suo ritmo.

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