Editoriale

14 Marzo 2014

Nessuno, oggi, può mettere in discussione lo speciale talento di un premier spericolato, costretto a raschiare (e a sfondare) il fondo del barile del bilancio pubblico e capace tuttavia di accrocchiare soluzioni che piacciono più (e comunque dispiacciono meno) di quelle del precedente governo e soprattutto suggeriscono l'idea di una svolta e ristabiliscono un clima di fiducia e speranza verso la politica. Però è forse possibile mettere in dubbio la natura, la qualità e gli effetti delle misure economiche, per cui Renzi è riuscito a conquistare una indiscutibile popolarità. È vero che è fin troppo facile criticare un governo subentrato ad un altro che, per non farsi criticare, aveva smesso di fare. Però è anche troppo facile pensare che siano gli applausi del "popolo" e l'apertura di credito della classe dirigente italiana a giustificare la virtù e la giustezza delle scelte economiche degli esecutivi "popolari". Basta pensare al Berlusconi del 2008, per togliersi l'illusione.

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13 Marzo 2014

Rottamare la classe dirigente di un partito è operazione possibile. Rottamare tutta una classe politica è un po’ più complicato. Ma rottamare l’intero modello politico-sociale e burocratico di un paese, assomiglia veramente a una “mission impossible”. Di quest’ultimo aspetto abbiamo avuto conferma ieri, dopo avere ascoltato le decisioni del consiglio dei ministri su fisco, mercato del lavoro e occupazione nella conferenza stampa tenuta da Renzi.

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12 Marzo 2014

Dei fondi, più di 13 miliardi di euro, che lo Stato ha assegnato alle regioni per sanare i debiti della Pubblica Amministrazione, 2,6 miliardi non sono stati ancora utilizzati. Sono cinque le regioni che ancora non hanno fatto la loro parte per nulla o per intero: la Calabria, che su 357.703.006 euro assegnati non ha ancora pagato debiti per 194.760.000 euro, di cui 177.368.000 dovevano essere utilizzati per debiti non sanitari e 17.392.000 euro per debiti sanitari; la Campania, che non ha ancora impiegato 936.594.188  euro (tutti per debiti sanitari) dei 2,41 miliardi assegnati; il Molise, che di 71.745.000 stanziati ne ha finora trattenuti 16.363.479. Infine Sicilia e Sardegna, che ancora non sono riuscite ad impiegare un solo centesimo dei circa 95 e 160 milioni di euro stanziati. Il tutto con buona pace delle imprese fornitrici della pubblica amministrazione, che restano in paziente attesa.

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11 Marzo 2014

La questione delle quote rosa dell'Italicum è finita nel modo peggiore. Non perché non sia passato il principio, senza precedenti né uguali neppure nei paesi considerati, da questo punto di vista, "virtuosi", della lottizzazione sessuale della rappresentanza politica, ma perché a bocciare gli emendamenti proposti dallo schieramento bipartisan delle donne in bianco è stata una maggioranza altrettanto trasversale di incappucciati, al riparo del voto segreto.
Mai come ieri in Parlamento non si sono confrontati una ragione e un torto, ma due torti uguali e contrari, due modi sbagliati di fare politica, nel metodo e inevitabilmente anche nel merito.

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07 Marzo 2014

La voce principale – al momento l'unica – del piano di riduzione fiscale del governo Renzi è il cuneo sul lavoro. Il Ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha confermato l'obiettivo e precisato che il taglio sarà complessivamente dell'ordine di 10 miliardi (comprensivi dei 2,5 già previsti da Letta), e che potrà riguardare o l'Irap o l'Irpef, cioè la quota di cuneo che pesa sulle imprese o quella che alleggerisce il reddito netto dei lavoratori sul lordo in busta. Optare per l'una o l'altra categoria di beneficiari significa scegliere se generare crescita attraverso la potenziale creazione di nuova occupazione, oppure puntare all'obiettivo dei consumi interni, dando respiro ai lavoratori già occupati che, pur occupati, non possono spendere.

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05 Marzo 2014

Alla fine vinse D'Attorre. Per garantire la minoranza del Pd e le forze minori della coalizione di governo e porre un argine "giuridico" al possibile accordo politico tra Renzi e il Cav. per il voto anticipato alla fine (o nel mezzo) del semestre europeo, ieri è stato siglato un accordo capestro, che strangola il Presidente del Consiglio e riconsegna invece a Berlusconi il pallino non solo della presente, ma anche della prossima legislatura.

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26 Febbraio 2014

Tra le molte misure costose (almeno 50 miliardi di euro, secondo le stime) poste da Matteo Renzi sul tavolo, non avrebbero sfigurato alcune riforme a costo zero, come la ripresa delle politiche di liberalizzazione dell'economia italiana.

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24 Febbraio 2014

Niente alibi. Se il progetto fallisce, “la colpa sarà solo mia”. Così oggi Renzi. Una cosa così non la si sente spesso dalla politica o da chi rappresenta ed esercita i pubblici poteri. Non c’è mai un responsabile di nulla, in Italia: di nessuna inefficienza, di nessun servizio mancato, di nessuna promessa elettorale tradita. Nessun colpevole, ma tutti complici. Ma proprio chi apprezza l'etica della responsanbilità e del rischio non può capire perchè si sia affidato un ministero ad una giovane donna molto elegante - Marianna Madia - che appena apre bocca non puoi fare a meno di pensare a Giovanna Melandri. Mai rischiato nulla e, tuttavia, tempestivamente sempre premiata.

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