luca lotti

Questo di Lotti, Palamara e dei loro compari nel Csm è uno scandalo senza precedenti. Innanzitutto, chi è Lotti? Un signor nessuno qualsiasi che non si sa neppure se e da chi avesse ricevuto il mandato a trattare. Sì, è stato ministro dello Sport (dello sport!), ha fatto parte del Giglio Magico renziano, ma forse da tempo neppure era ammesso ai riti magici, e si legge che l'ex ministra Boschi non gli parlasse da due anni. E tutto questo nella minoranza, figuriamoci, del Pd, figuriamoci.

E poi, chi è Palamara, o meglio, chi è oggi Palamara? Una figura triste da cercatore d'oro solitario e in bolletta, uno che si era ridotto, per fingere di contare qualcosa, a portarsi a casa i fascicoli dei processi di altri magistrati, a sbrigare a cottimo le faccende di minima importanza, forse. Lontani i tempi in cui, padrone della magistratura associata, si lasciava insultare ("faccia di tonno, ignorante") e imbrattare di sarcasmo da Cossiga, senza battere ciglio, perché consapevole del potere infrangibile del suo ruolo e della futilità delle verità caricate a salve del Presidente emerito.

Due sopravvissuti, senza legittimazione politica (Lotti) o morale (Palamara), che si incontravano di notte, come i ladri di Pisa, ma non avevano nessun bottino da spartirsi. Figure imbalsamate, fisse nella gestualità del potere e della gloria, altrove migrate. Chi non sa stare al gioco, chi vive di rimpianti, diventa fastidioso.

Occorre che gli scandali vengano alla luce, in questi tumultuosi tempi rivoluzionari.

Il potere politico oggi è sovranista e populista, il potere giudiziario è giacobino e sostanzialista. La trattativa autorizzata si svolge fra i mandatari di queste due fonti di legittimazione. Ha ragione Di Maio, era nata una nuova P2, un potere deviato, per quanto sgangherato e forse etililico. "Mi ero addormentato su un divano, non ho preso parte alle discussioni" ha confessato uno dei magistrati colti in flagrante dal Drone-Trojan inviato dalla legittima autorità a ristabilire l'ordine, legge o non legge.

Il Csm ora verrà depurato (il presidente Mattarella svolgerà il suo compito con la tenera inconsapevolezza che lo contraddistingue) ed eserciterà le sue funzioni con pienezza di legittimità. L'Anm, con la rapidità che deve essere propria di un reparto d'élite dell'Arma giudiziaria, ha sventato il risibile golpe degli ex. Ora a tutti gli ottomila magistrati le cose sono diventate chiare. La sinistra di Area e l'estrema destra davighiana e governativa di Autonomia e Indipendenza hanno opportunamente acquisito quel ruolo, che solo uno scossone morale poteva loro consegnare, giusto in tempo per assegnare i più importanti e decisivi incarichi di governo giudiziario. Non a caso da sei mesi è vacante il ruolo di Procutore della Repubblica a Torino, piazza di serie A, ma di media classifica. Figuriamoci se sarebbe stato possibile nominare gli incarichi da Champions senza questo scossone morale.

La vera trattativa comincia adesso. In un sol colpo il Governo del Cambiamento si è liberato dei fantasmi politici del passato, e la magistratura associata ha liquidato le vecchie incrostazioni che impedivano a Csm e Anm di dispiegare tutta la forza dei Guardiani della Virtù. Lo scandalo è finito.