spacey

Pannella diceva che alla base di tutte le “omofobie”, “transfobie”... e altre fobie che possiamo inventarci, ce n’è una sola: la sessuofobia. La sessualità fa paura (ancora evidentemente) perché è fuori dal nostro controllo, perché è insondabile e si riallaccia a misteri e irresolutezze della nostra genetica o della nostra infanzia. Si richiama alla sfera del potere ma racconta le nostre debolezze. Ora, pensate se esistesse una macchina che consentisse di vedere nelle fantasie erotiche delle persone. Se fosse possibile alle altre persone sapere se abbiamo avuto fantasie erotiche su di loro, di che tipo e quante volte, se abbiamo passioni insolite, consentisse al partner di sapere se lo abbiamo tradito col pensiero e con chi, se abbiamo mai avuto fantasie omosessuali, perverse, violente... La vita sociale delle persone contro cui questa macchina venisse utilizzata diverrebbe insostenibile.

E pensiamo se questa macchina venisse utilizzata anche per vagliare l’integrità morale, e perché no giudiziaria, delle persone. Hai fantasticato su persone troppo giovani, hai fantasticato su giochi erotici troppo insoliti, sulle parti del corpo sbagliate, sul sesso sbagliato, con modalità immorali... Sarebbe l’anticamera del nazismo. In nessun ordinamento moderno e civile infatti una persona può essere messa sotto accusa per ciò che “sente”, per ciò che “è”, per ciò che vive sulla sua pelle e nei retropensieri. E la nostra sessualità rappresenta proprio ciò che siamo e sentiamo; solo dopo e molto successivamente e occasionalmente ciò che facciamo.

Anche perché un sistema di questo tipo andrebbe a punire soprattutto le persone “diverse” dalla media, cioè quelle per le quali è massimamente necessaria la libertà sessuale. Pensare che la privacy sessuale non serva perché “tanto non ho niente da nascondere” sarebbe come pensare che non serve la libertà di espressione perché tanto non avete niente di scomodo da dire. E di questo io sono convinto fino in fondo, portandolo alle estreme conseguenze. Un persona che compia atti di pedofilia non commette un reato perché ha una sessualità sbagliata: commette un reato perché e nel momento in cui va a esercitare un abuso su una persona che non è (ancora) in grado di difendersi. Esattamente come una persona che tentasse un rapporto sessuale con un’altra persona mentre questa è drogata o in coma.

Esistono alcuni che, purtroppo, nascono con pulsioni pedofile ma - essendo dotati di autocontrollo e senso morale - mai andrebbero a toccare un bambino: anzi, si mettono volontariamente in terapia da medici. Hanno pure creato dei siti e forum dove si possono consigliare e dare sostegno reciproco. Chiaramente nella riservatezza, perché se lo venisse a sapere il mondo con cui interagiscono normalmente la loro vita sarebbe distrutta. Ecco, io che in tutta onestà posso dire di non avere fantasie sessuali illegali dico che non penso affatto che una persona che nasce con fantasie inapplicabili sia, solo per questo, meno etica o meno valida di me.

La tecnologia in una certa misura è come quella macchina che citavamo sopra per assurdo. Consente di scoprire e indagare fantasie sessuali molto più approfonditamente di quanto non potessimo fare prima. Questo è ovviamente in gran parte un bene, perché aiuta nelle indagini di ogni tipo e quindi a una più corretta ricostruzione delle colpevolezze. Ma impone delle responsabilità estremamente delicate che non credo si siano ancora affermate nella consapevolezza delle persone, soprattutto di quella parte di mondo presuntamente evoluta costituita dal sistema mediatico anglosassone. Ho letto su molte testate parlare di “pedofilia” per Kevin Spacey perché gli piaceva un teenager. Cosa che vorrebbe dire che praticamente tutto il mondo ha fantasie “pedofile”. E lo stesso per Woody Allen, dopo le ultime indiscrezioni della stampa ameriana. 

Se non veniamo a patti con la nostra sessualità, non la accettiamo per quello che è, una dimensione insondabile e completamente scissa dalla nostra validità come esseri umani, io temo che siamo (e soprattutto saremo in futuro, con l’avanzare della tecnologia) tutti più deboli e ricattabili. Quanto ci vorrà mai a mettere foto compromettenti sul pc di un avversario politico? Penso valga anche in questo caso ciò che Voltaire diceva sulla caccia alle streghe: i perversi smetteranno di esistere quando noi smetteremo di lapidarli.