In questi giorni debutta il nuovo 730 telematico precompilato. L'operazione è stata annunciata, da tempo, come l'inizio di un cambiamento importante nei rapporti tra contribuente e fisco. Minori incombenze per il primo e un lavoro più rapido, efficiente ed efficace per il secondo. I vertici dell'amministrazione finanziaria hanno presentato l'operazione con l'immagine dello stato che fa un passo verso il cittadino. Che viene incontro al bisogno di semplificazione dei contribuenti. E che riesce a conciliare tutto con l'esigenza di migliorare il lavoro dell'amministrazione. Anche io stavo per dire: "..che bello!".

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Ma dopo averci pensato un po' su, mi sono reso conto che i vantaggi dell'operazione non sono proprio così evidenti, almeno dal punto di vista del contribuente, per il quale cambia poco. E quel poco rischia di cambiare addirittura in peggio.

Che vantaggi potrà trarre "a regime" il contribuente? La gran parte di noi oggi si rivolge a un professionista o a un CAF e continuerà a farlo anche con il nuovo 730. Non è il fatto di essere telematico a rendere più semplice il nuovo 730, perché il contribuente medio non ha grande dimestichezza con gli strumenti digitali. A dispetto della larga diffusione di telefonini e smartphone, rimane poco avvezzo a codici e PIN. E nemmeno il fatto di proporlo precompilato rende il 730 più semplice. Perché le difficoltà del contribuente medio non stanno tanto nella materiale compilazione di un modello, quanto nel sapere quello che ci deve scrivere dentro.

La normativa fiscale, troppo complessa, e la paura di essere vessato dal fisco quando si sbaglia. Queste sono le vere cause di difficoltà. Finché tutto questo non cambia, anche per un modello "apparentemente" semplice come il 730, il contribuente dovrà rivolgersi sempre e comunque a un CAF.

Peraltro, da oggi, CAF e professionisti risponderanno di ogni errore e omissione nel caso di modifiche al modello telematico precompilato e apposizione del visto di conformità. E saranno tenuti a versare di tasca loro l'importo delle sanzioni e degli interessi. Poco importa che il ministero dell'economia, per evitare l'aumento delle tariffe, abbia decretato che le disposizioni sul nuovo 730 saranno attuate senza nuovi aggravi sui cittadini (grida manzoniane). Servirà a poco anche la rimodulazione dei trasferimenti pubblici agli intermediari. È molto probabile che con questa ulteriore responsabilità sulle spalle, gli intermediari esigeranno comunque tariffe più care da chi chiederà il visto di conformità sul 730 modificato.

Per farla breve, dal punto di vista del contribuente, i vantaggi sono praticamente inesistenti. E in più c'è il rischio di dover pagare più cara l'assistenza fiscale. Non mi pare un gran miglioramento. A fare la differenza è soltanto una cosa: quanti vorranno aderire al modello precompilato proposto dall'amministrazione finanziaria, avranno l'esenzione dai controlli, dalle richieste di supplementi documentali e dagli accertamenti.

Per l'amministrazione finanziaria, invece, i guadagni "a regime" sono sicuramente più certi e consistenti. Sarà infatti possibile eliminare o ridurre al minimo i tempi e le risorse impiegate nella prima fase di controllo formale delle dichiarazioni dei redditi. Oggi, questa prima fase del controllo viene svolta praticamente "a tappeto" su tutte le dichiarazioni, e consuma risorse preziose per l'amministrazione. L'obiettivo vero del fisco è intensificare i controlli e gli accertamenti su un numero più ridotto di soggetti: quelli che non avranno aderito al precompilato e lo avranno modificato per avvalersi delle detrazioni di oneri e spese.

Vista così, l'operazione 730 telematico assume un aspetto del tutto diverso rispetto agli annunci. Il fisco non sta semplificando la vita al contribuente. Il fisco punta a raggiungere una "intesa" con lui. "Paga quello che ti propongo io" - dice il fisco al contribuente - "sarai esente da controlli, dal fastidio di conservare documenti e ricevute, avrai rimborsi più facili e rapidi. Se invece vuoi rigettare la mia proposta, sei libero di farlo. Puoi avvalerti delle detrazioni per oneri e spese se ritieni di averne diritto. Però tieni conto che in questo secondo caso andrai facilmente incontro a richieste di chiarimenti, di supplementi informativi e di controlli".

Il grado di complessità della normativa fiscale italiana, la sua sostanziale incertezza e farraginosità, sono tali da far cadere facilmente in errore. E secondo me, alla fine, aderiranno in molti alla proposta del fisco. In molti rinunceranno anche a detrarre le spese, soprattutto quando sono di modesta entità, per non correre il rischio di pagare le sanzioni in caso di errore e comunque per evitare di pagare tariffe più care ai CAF o ai professionisti.

È un po' quello che accade con gli "studi di settore". La maggior parte dei contribuenti alla fine sceglie di adeguarsi agli importi risultanti dallo studio. Quando i ricavi reali della propria attività sono inferiori a quelli stimati dal fisco, e quindi potrebbe versare meno imposte, preferisce comunque adeguarsi agli importi del fisco e pagare di più, pur di non correre il rischio di subire controlli e magari pagare sanzioni salate per errori commessi anche in buona fede. Insomma, il 730 telematico non mi pare l'inizio di un cambiamento nei rapporti tra fisco e contribuente. Mi pare la conferma e la prosecuzione dei rapporti in essere.

In uno stato moderno, i rapporti tra contribuente e fisco dovrebbero essere basati sulla certezza della normativa, sulla semplicità e sulla trasparenza delle norme fiscali, su una pressione fiscale a livelli accettabili e su un rapporto da pari a pari tra cittadino e amministrazione finanziaria. Noi, invece, ci stiamo progressivamente allontanando da questo modello. Noi andiamo sempre più in direzione di un sistema a forte connotazione "paternalistica", nel quale il rapporto tra cittadino e amministrazione finanziaria non è nemmeno lontanamente di tipo paritario. E dove al contribuente conviene adeguarsi alle indicazioni del fisco per non correre il rischio di cadere nelle maglie dei controlli e di pagare sanzioni salate per errori che è quasi inevitabile commettere.

@amedpan