pieroleopoldo

Considerando Noi non essere di pubblico interesse che resti impedito al possessore di far le vendemmie delle sue Uve quando più gli piace, e che gli Statuti che ne limitano il tempo, si oppongono al libero esercizio dei propri diritti e cagionano talvolta delle vessazioni, Ci siamo determinati di abolire ovunque sono simili Statuti, volendo che per l’avvenire sia facoltà di ciascheduno di far le Vendemmie nei propri Beni e in quei tempi e modi più espedienti, non ostante qualunque Disposizione, Legge, o Ordine in contrario a cui s’intende col presente Editto espressamente derogato.

Dato in Firenze questo dì, diciotto Marzo mille settecento settanta sei, PIETRO LEOPOLDO

 

Solo per ricordare, mentre la nuova normativa sui vigneti trasforma i vecchi diritti di reimpianto in autorizzazioni, che lo Stato concede per una misura complessiva non superiore all'1% del "potenziale produttivo nazionale" che resterà quindi rigidamente contingentato, che c'è stata un'epoca in cui non era considerato "interesse pubblico" mettere il becco in casa, nei campi e nelle vigne altrui.

(Grazie a Leopoldo Papi per la segnalazione)