stradedelcibo-quadratoLinkiesta racconta che "le vendite di cibo biologico negli Stati Uniti sono cresciute stabilmente negli ultimi dieci anni. Il giro d’affari ha superato i 30 miliardi di dollari. Eppure il numero di obesi non accenna a diminuire", nonostante gli sforzi di Michelle Obama. Ma non è un paradosso, dato che le due cose non sono e non possono essere in alcun modo correlate.

L'obesità è un accumulo eccessivo di grasso corporeo. E i grassi si trovano, al pari delle calorie, degli zuccheri e di tutto il resto, tanto negli alimenti biologici che in quelli convenzionali: per evitare di diventare obesi è meglio seguire un regime alimentare equilibrato (e moderato) a base di prodotti convenzionali, piuttosto che ingozzarsi di carne, patatine e cioccolata bio. Quel che infatti differenzia un alimento biologico da un alimento convenzionale è solo il sistema di produzione: per portare in tavola lo stesso prodotto non vengono impiegati agrofarmaci e fertilizzanti di sintesi. Se questo può avere effetti sulla produttività di un'azienda agricola (dalla stessa unità di superficie si ricava molto meno - è per questo che le aziende biologiche vengono sussidiate dai contribuenti, perchè altrimenti andrebbero fuori mercato), gli effetti sul prodotto finale e sulle sue proprietà nutrizionali non sono tangibili. https://travelwithgirls.com/

michelleobama

L'idea che il cibo biologico sia intrinsecamente più sano è talmente radicata da essere ormai data per scontata. Ma è un mantra che non è supportato da nessuna evidenza scientifica. Un'antologia redatta dall'American Journal of Clinical Nutrition ha stabilito che "da una revisione sistematica della letteratura oggi disponibile, non vi sono evidenze di effetti collegati alla salute come risultato del consumo di alimenti biologici". Certo, c'è poi il discorso del prezzo: il cibo biologico costa di più, e l'articolo de Linkiesta si sofferma sul fatto che la maggioranza degli americani si terrebbero lontani dalle boutiques dei gastrofighetti a stelle e strisce a causa del prezzo. E questo è senz'altro vero. Ma con la loro obesità la cosa non c'entra nulla: se il loro portafogli permettesse loro di soddisfare gli stessi bisogni con i culatelli di Eataly piuttosto che con gli hamburgers di McDonalds, il loro girovita non ne trarrebbe alcun beneficio.