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Come già accadde per Stamina, sono i mezzi d’informazione ad accendere il caso. Non sono le Iene questa volta, ma le pagine di Libero. Come già accadde per Stamina i toni sono quelli dell’indignazione e della rabbia contro lo Stato che non proteggerebbe i più deboli, contro le istituzioni vittime e complici delle strategie delle aziende farmaceutiche.

Quando Vannoni e Andolina rilasciarono le prime interviste, il loro scopo era quello di deregolamentare la sperimentazione clinica necessaria per approvare l’uso del metodo Stamina, come di qualsiasi altra terapia. Per ottenere questa sorta di deroga trasmettevano una sensazione di urgenza e di necessità: la sperimentazione clinica dura anni e necessita di ingenti investimenti e questo sarebbe stato incompatibile con la vita di centinaia di bambini o malati terminali. Allo stesso modo, nel riportare l’inchiesta sui farmaci per l’epatite C, il caso si sta costruendo attorno alla necessità improrogabile di curare più di un milione di malati destinati al trapianto o alla morte e per ottenere questo, si chiede a gran voce abbassare il prezzo dei farmaci salvavita velocemente e drasticamente, oppure - in estrema ratio - di prodursi il farmaco in casa.

Il farmaco Sovaldi di cui Libero si sta occupando da qualche giorno, non è certo la pozione magica di Vannoni e, in effetti, cura l’infezione da HCV in quasi il 100% dei casi. Ma allora dov’è l’analogia? L’oggetto della bufala in questo caso non è il farmaco Sovaldi in sé, ma il suo prezzo, che è molto elevato, nell’ordine delle decine di migliaia di euro a flacone. Come scrivono Gilberto Corbellini e Luigi Roberto Blasio sul Sole 24 Ore, In Italia c’è una scarsa l’alfabetizzazione medico-scientifica e questa ha conseguenze sulla salute e sulla spesa a essa collegata. Meno ancora si comprendono i meccanismi regolatori attraverso i quali si valutano i farmaci, sia nel rapporto tra beneficio e rischio sia in quello tra beneficio e prezzo.

Sono argomenti tecnici e modelli tutt’altro che perfetti, ma il principio è comunque chiaro: la negoziazione del prezzo di un farmaco si basa su una serie di valutazioni economiche che mettono a confronto il farmaco in questione con le alternative terapeutiche esistenti e se, come è stato per il Sovaldi, l’efficacia è superiore, si costruiscono modelli economici di sostenibilità dipendenti dal contesto (il contesto in questo caso è il SSN Italiano). Il perseguimento della sostenibilità di una terapia fa riferimento a principio dell’universalismo selettivo del Servizio Sanitario Nazionale secondo il quale non si può dare tutto gratis a tutti, ma bisogna invece esercitare un controllo della spesa.

Come sempre la bufala è più buona della verità e per problemi complessi propone soluzioni rapide e apparentemente facili. Si può davvero chiedere una deroga alla tutela brevettuale e fabbricarsi la pillola in casa?

Vittorio Feltri, dalle pagine di Libero, si chiede sbalordito per quale ragione in India e in Egitto il farmaco in questione sia reperibile a prezzi tanto più bassi (circa 300 euro a confezione) di quanto non avvenga in Italia, e nelle paginate che il suo giornale ha dedicato negli ultimi giorni all’argomento non c’è traccia della risposta, che eppure è di una banalità sconcertante: India ed Egitto non sono paesi più "furbi", ma più poveri, molto più poveri dell’Italia. Basterebbe dare un’occhiata al Pil procapite, e Google fornisce dati alla portata anche dei segugi di Libero: Italia 35.925,88 dollari, India 1.498,87 dollari, Egitto 3.314,46 dollari (dati del 2013).

L’Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights (TRIPs) concede - a determinate condizioni - ai paesi poveri la licenza obbligatoria sui farmaci, ovvero il diritto a forzare la proprietà brevettuale e a produrli in proprio per fare fronte a specifiche necessità. Ma questo non è chiaramente possibile per l’Italia - davvero è necessario spiegare a Feltri il perché? - né per gli altri paesi occidentali. Altri paesi occidentali che già pagano per il Sovaldi un prezzo maggiore di quello che si paga in Italia.

Il metodo Stamina, l’autismo associato ai vaccini, oscure strategie per determinare il prezzo dei farmaci, il nemico comune sono sempre le aziende farmaceutiche: bufale costruite nella certezza che la diffidenza verso gli interessi privati sia una leva sempre efficace. Le conseguenze però si iniziano a pagare, l’aumento delle morti da morbillo sono una sentinella d’allarme e ce ne saranno altre.

In questo caso il rischio, grave, è che vengano messi in discussione i meccanismi complessi che regolano la determinazione del prezzo dei farmaci, meccanismi sui quali si fonda la sostenibilità del SSN, e che si vada verso un sistema più arbitrario e discrezionale, e di conseguenza insostenibile: perché riservare un trattamento di favore nel caso dell’epatite C? E gli oncologici, spesso ancora più cari? E i farmaci contro le malattie rare? Tutti potrebbero fare riferimento al precedente del Sovaldi, se davvero il Sovaldi diventasse un precedente di violazione “eccezionale” delle regole che valgono per tutti. Il modo migliore per far scappare le aziende e ridurci, stavolta per davvero, al rango di paese a basso reddito, come India ed Egitto.