olio di palma

La campagna pseudo-salutista contro l’olio di palma è l’ultima moda del khomeinismo alimentare, ma sta già passando di moda: sono tante le incongruenze e le evidenze che stanno facendo sgonfiare questa bolla politico-mediatica.

Negli ultimi mesi, su diversi mezzi d’informazione, contro questo olio vegetale, accusato di causare malattie e disastri ambientali, è partita una vera e propria crociata che ha raggiunto il suo culmine con l’invito al boicottaggio della Nutella da parte della ministra dell’Ecologia francese Ségolène Royal. In Italia c’è stata addirittura una raccolta firme di grande successo, finalizzata a bandire i prodotti contenenti olio di palma dalle mense pubbliche e private: su una tale ghiotta occasione di fare populismo si è fiondata la politica, che ha presentato (Pd e M5S) mozioni in questa direzione.

Da queste parti abbiamo cercato di spiegare, con il supporto di scienziati che hanno studiato a fondo la materia, che non c’è alcuna ragione per dire che l’olio di palma sia dannoso. Queste posizioni non sono sostenute dal Bilderberg o da una qualche “Lobby dei grassi saturi & polinsaturi”, ma da ricercatori che sanno il fatto loro e, come ha evidenziato Piercamillo Falasca, dall’Ordine nazionale dei biologi secondo cui il palma fa addirittura bene alla salute.

“L’olio di palma – ha spiegato all’Expo il biologo Luciano Atzori, della Commissione permanente di studio “Igiene, Sicurezza e Qualità” dell’Ordine dei biologi – può avere proprietà benefiche per la salute, purché non si superino le dosi consigliate dagli esperti. Contiene grassi saturi che, assunti nella giusta percentuale, forniscono apporto energetico al nostro corpo, mantengono costante la temperatura corporea e danno il giusto equilibrio alle cellule. E poi, come tutti gli oli vegetali, quello di palma è privo di colesterolo e viene utilizzato dai vegani, riconosciuti per la loro dieta salutare. Fino ad ora nessun organo italiano o europeo preposto alla vigilanza sanitaria, come il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità o l’EFSA, ha preso ufficialmente posizione contro l’olio di palma”.

Ma tutto ciò non basta. C’è chi, come il Movimento 5 Stelle, continua nella battaglia, e, tramite i suoi europarlamentari, ha depositato presso la Commissione Europea un’interrogazione avente come oggetto “Olio di palma: danni ambientali, alla salute e implicazioni etiche”. Gli europarlamentari pentastellati evidenziano che la coltivazione di olio di palma sta causando la deforestazione di intere foreste tropicali, riducendo la biodiversità, “mettendo a rischio la sopravvivenza di specie come l'orango (Pongo abelii), comportando anche la rapina delle terre e l'emigrazione di milioni di famiglie africane e asiatiche”.

Sulla base di queste considerazioni hanno chiesto alla Commissione se intende “contrastare la deforestazione” e il land grabbing, “favorire una gestione responsabile” delle risorse naturali, proteggere “le specie in via d’estinzione” e intervenire per sensibilizzare la popolazione sul fatto che “i grassi vegetali, fra i quali l'olio di palma, sono considerati tra i principali responsabili dell'obesità infantile”.

La Commissione ha risposto che è impegnata ad “arrestare il processo di deforestazione mondiale entro il 2030 al più tardi e a ridurre la deforestazione tropicale lorda di almeno il 50% entro il 2020 rispetto ai livelli attuali” - un tema che, ricordiamo, dipende dall’aumento della domanda di cibo della popolazione mondiale e che non è riducibile alla palma da olio, visto che tutti i suoi sostituti richiederebbero dalle 5 alle 10 volte in più di superficie coltivabile (quindi più deforestazione). La Commissione ha inoltre affermato che l’Europa ha stabilito i criteri per privilegiare l’olio di palma certificato proveniente da coltivazioni sostenibili.

Ma sul tema della salute il commissario per l’Ambiente Karmenu Vella ha bacchettato i grillini per le loro affermazioni avventate e superficiali: “La Commissione non ritiene che tutti i grassi vegetali siano di per sé una delle cause principali dell'obesità infantile. Il consumo eccessivo di grassi, come anche quello di zuccheri, sale e alimenti ad alto contenuto energetico, contribuisce a rendere l'alimentazione meno sana e, insieme alla carenza di attività fisica, a stili di vita poco sani, e in molti casi, causa problemi di obesità”. Come abbiamo più volte ripetuto da queste parti, il centro della questione è avere una dieta equilibrata: puntare il dito contro un solo ingrediente è sbagliato e inutile, perché praticamente tutte le sostanze alimentari causano problemi alla salute se usate assunte in maniera eccessiva. È la dose che fa il veleno.

Le campagne allarmistiche su salute e alimentazione già creano apprensione di per sé, figurarsi quando puntano sulla salute dei bambini (come fanno i grillini e molti di quelli che in questi mesi hanno usato questo argomento per attaccare l’olio di palma). "L’olio di palma è presente anche nel latte in polvere per neonati! – dicono - “È una vergogna, ci avvelenano da piccoli!”.

In realtà, come ha spiegato a Strade Magazine Elena Fattore, responsabile Unità valutazione di rischio degli inquinanti ambientali dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, l’olio di palma non fa male ed è presente nel latte artificiale proprio per replicare la composizione del latte materno. Infatti si dà il caso che l’acido palmitico, presente in grossa percentuale nella palma, sia il principale acido grasso presente nel latte materno (il 25-30% del totale).

Insomma, per essere coerenti con le loro teorie i grillini dovrebbero proibire anche l’allattamento al seno. Forse, nel prossimo futuro, ci toccherà sentire anche questa.