renzigrillo

Per come è congegnato, il modello elettorale su cui pare vi sia la convergenza di Pd, M5S e Forza Italia è un sistema che di tedesco ha una sola cosa: la tendenza a produrre una instabilità forse paragonabile solo alla Repubblica di Weimar, l'assetto istituzionale tedesco che precedette il nazismo.

Il "Weimarellum", se così possiamo chiamarlo, assomiglia assai poco al sistema elettorale oggi vigente in Germania per due grandi elementi: il primo, la mancanza nella Costituzione e nei regolamenti parlamentari di un meccanismo di "sfiducia costruttiva"; il secondo, l'assenza di una garanzia di elezione per i candidati più votati nei collegi uninominali, variabile che in Germania contribuisce non poco alla "maggioritarizzazione" del sistema.

Questi due fattori, l'uno istituzionale e l'altro squisitamente elettorale, rendono debolissima la proposta di legge all'attenzione del Parlamento. In più, il metodo di assegnazione dei seggi appare cervellotico, o meglio assolutamente coerente agli interessi delle segreterie di partito ma totalmente incomprensibile all'elettore. Quest'ultimo, se si trovasse di fronte la scheda elettorale del Weimarellum, crederebbe di votare per un partito e soprattutto per il candidato nel collegio uninominale. A cose fatte, scoprirebbe invece che il suo voto è servito anzitutto a eleggere il capolista di un listino bloccato circoscrizionale, poi eventualmente il candidato più votato del suo collegio, se ancora avanzano seggi a disposizione (per i dettagli, Strade proporrà nei prossimi giorni un articolo approfondito di fact-checking). Quando i sistemi elettorali non sono semplici e immediatamente comprensibili, ne è compromessa la qualità stessa della democrazia.

Al netto della sterile politica sui piccoli partiti (si noti che le crisi di governo della Seconda Repubblica si sono consumate tutte per responsabilità di partiti abbondantemente sopra il 5 per cento e molto spesso per scissioni di partiti grandi), il Weimarellum non riporterebbe l'Italia all'assetto della Prima Repubblica per due ragioni: non c'è più margine per scaricare sul debito pubblico le frizioni tra partiti costituenti una maggioranza parlamentare; non c'è una "conventio ad excludendum" di un partito come il PCI, cosa che - si potrebbe sostenere - suppliva in fondo all'assenza di un meccanismo di sfiducia costruttiva.

Se si vuol fare il sistema tedesco, si faccia davvero (certo, ci vorrebbero anche partiti e leader tedeschi, forse elettori tedeschi, ma questo è un altro discorso), non ricorrendo a surrogati ammantati da slogan mirabolanti, ma da sostanza molle.

Si aggiunga un'ultima riflessione sulla contingenza: correre al voto, rischiando di avere subito dopo un Parlamento incapace di esprimere una maggioranza, dunque di formare un governo e di approvare la legge di stabilità 2018, è da irresponsabili. Non si lascia la casa sporca, quando si esce.