Queen Elizabeth II
Arrivare a 90 anni non è da tutti. Arrivarci lavorando ogni giorno, governando un paese, montando a cavallo e guidando una Range Rover, salvo sorprendenti casi, è riuscito solo ad Elisabetta II. Il giorno del suo compleanno, nel Regno Unito, si festeggia con l’apertura dei pub per un’ora in più la sera, e ci saranno un paio di eventi ufficiali. Il grosso delle celebrazioni è però previsto tra il 12 e il 15 maggio con un corteo da 900 cavalli e il 12 giugno con il Patron’s Lunch, un picnic da 10.000 persone di fronte a Buckingham Palace.

Tolti gli auguri e la mondanità, rimangono alcune riflessioni politiche da fare. Elisabetta II rimane senza dubbio la più celebre e la più amata tra i monarchi occidentali. Un sondaggio del 2015 realizzato da YouGov mostra che la maggior parte dei cittadini britannici è affezionato alla Regina: il 68% dice che fa il bene del Regno Unito, e il 62% pensa che la monarchia sopravvivrà anche fra 100 anni.

Sebbene il sostegno sia più alto tra gli anziani, l’astio verso la corona è equamente distribuito, con il 5% di repubblicani tra gli under 24 e gli over 60. I più critici sono i laburisti, con un 15% di contrari alla monarchia, mentre l’88% dei conservatori si dice legato alla Regina. Molti contestano i costi della monarchia, stimati a 38 milioni di sterline l’anno. Tuttavia uno studio del 2012 del Brand Finance Journal calcolò che la monarchia come “brand” fa incassare al Regno Unito 44 miliardi di sterline. Cifre ottimistiche, certo, e legate all’erogazione di servizi “reali” che sarebbero comunque prestati ai cittadini di una repubblica.

Dati a parte, Elisabetta II tiene egregiamente botta in un’epoca in cui la monarchia europea è sempre più in crisi. In soli due anni, tra il 2013 e il 2014, ben quattro sovrani, se contiamo anche Benedetto XVI, hanno abdicato. Ad auto-rottamarsi sono stati Beatrice d’Olanda, Filippo II del Belgio e Juan Carlos di Spagna. Elisabetta, invece, pare voler aspettare il letto di morte per lasciare lo scettro a Carlo, già quasi 20 anni più anziano della nuova ondata di colleghi di oltremanica.

Il punto è che Elisabetta II non ha motivi per mollare: si sta avvicinando ai 64 anni di regno, diventando la più longeva sul trono di Windsor, ma rimane in piena forma fisica e mentale. Partecipa ad eventi, interviene nella politica nazionale, non manca un discorso ufficiale risultando sempre brillante e puntuale. Sembrerebbe essere l’ultima vera sovrana europea, o quantomeno l’ultima della sua generazione. Ma soprattutto, è stata protagonista della storia d’Europa dal '900 ad oggi.

La II Guerra Mondiale, il disfacimento dell’Impero Britannico, gli Swinging Sixties, i troubles in Irlanda del Nord, l’embrione dell’integrazione europea fino alla possibilità della Brexit, il quasi “dualismo” con la Thatcher che ne ha affiancato l’iconicità durante la guerra delle Falkland, il periodo delle liberalizzazioni e dei grandi scioperi dei minatori, il New Labour e gli anni della crisi e del recente rilancio dell’economia. Tutto è passato, ma Elisabetta è rimasta al suo posto, dispensando saggezza e coraggio alla nazione quando necessario, austera ed affettuosa al tempo stesso.

Certo, ci sono stati anche molti momenti oscuri durante il suo regno: numerosi scandali hanno colpito una famiglia reale sempre più pop e secolarizzata, e in tanti non le hanno perdonato la freddezza mostrata in seguito alla tragica morte di Diana, anche lei icona di una monarchia vicina al popolo. Anche Elisabetta, però, in passato e con discrezione è stata più vicina alla gente comune di quanto si pensi. Durante la II Guerra Mondiale lavorò come meccanico per l’esercito: si narra che durante una visita di Giorgio VI e della Regina Madre nella sua caserma, i genitori la trovarono intenta a riparare il motore di un camion. Oppure, per il suo matrimonio nel 1947, utilizzò la tessera annonaria per pagare i materiali utilizzati nella cucitura del suo abito.

Sebbene poi il suo ruolo la renda antipatica a molti autori del pensiero critico, occorre considerare la sua figura in un’ottica femminista: Elisabetta è stata probabilmente la donna che, nella storia di un’umanità patriarcale, ha mantenuto il potere più a lungo. È ormai leggenda l’episodio in cui diede prova della parità tra i sessi al volante al sovrano saudita Abdullah, che ne rimase decisamente impressionato.

In questo mondo di democrazie dirette, totalitarismi, populismi e marxismi di ritorno, ci sentiamo di fare i migliori auguri a Elisabetta II e al suo regno illuminato, discreto e razionale.