Lula

Lula, il "figlio del Brasile", il "presidente operaio", simbolo di riscatto per milioni di poveri, preso dalla Polizia Federale a casa e portato a forza in caserma a deporre. Manifestazioni pro e contro in tutto il paese. I brasiliani oggi non parlano d´altro.

Il Brasile sta vivendo l'ennesimo momento difficile. Scandali di corruzione, PIL in caduta del 3,8% - peggior crisi dal 1990 - e un possibile impeachment della Presidente in vista. In due grandi processi (che si ispirano esplicitamente alla stagione italiana di Mani Pulite) i giudici stanno investigando, arrestando e spremendo vari pezzi grossi della politica e dell´economia. Vari nomi stanno venendo fuori, ieri il leader parlamentare del principale partito (Delcidio Amaral) ha direttamente chiamato in causa Lula e la presidente Dilma. Su Lula, in particolare, pesano i seguenti dubbi:

1) avrebbe ricevuto soldi dal colosso statale Petrobras; 2) avrebbe ricevuto in regalo una villa di lusso; 3) avrebbe ricevuto tangenti sottoforma di compensi per conferenze e consulenze; 4) avrebbe favorito due grandi imprese di costruzione (Odebrecht e OAS) in Brasile e anche a Cuba; 5) avrebbe ottenuto vari favori per sé e per i figli; 6) si sarebbe impossessato di oggetti del palazzo della Presidenza (Planalto); 7) la sua ultima campagna elettorale sarebbe stata finanziata con soldi sviati dai sindacati; 8) avrebbe ricevuto un attico di lusso a tre piani; 9) avrebbe ricevuto mobili di lusso in questi appartamenti (per il valore di 320 mila Reais); 10) sarebbero state fatte lavori di ristrutturazione in questi appartamenti (per il valore di 750 mila reais); 11) avrebbe fatto fare alla Petrobras un contratto milionario con il gruppo Schahin, per far perdonare un debito del Partito dei Lavoratori (il suo partito nonché il partito di governo); 12) avrebbe ricevuto tangenti (per 770 mila reais) da due grandi imprese di costruzione (Odebrecht e OAS); 13) avrebbe ricevuto 20,7 milioni nel suo Istituto Lula da imprese coinvolte in un altro grande processo di corruzione della Petrobras (il petrolão).

E' la caduta degli Dei. Fino a pochissimi anni fa Lula era il brasiliano più amato di tutti i tempi, il simbolo di una nazione, il founding father moderno. E guai a parlarne male, vari personaggi pubblici hanno affermato che "Lula è al di sopra del bene e del male", il Movimento di campesinos (MST) ha più volte affermato che in caso di arresto di Lula avrebbe preso le armi e difeso la patria; compagni bolivariani come Maduro e Evo Morales avevano manifestato la possibilità di un intervento armato in suolo brasiliano per la difesa dei compagni.

Oggi la sua popolarità è scesa tantissimo, i sondaggi indicano che perderebbe una eventuale elezione contro qualsiasi altro candidato. I socialisti (qua considerati di destra) possono parlarne male nelle reti sociali, chiamarlo "il boss della banda" e vendere palloncini a forma di Lula con la divisa da carcerato. E' chiaro, ancora ci sono tanti fedelissimi e devoti dell'ex presidente, ma il numero si è ridotto sensibilmente.

I mercati rispondono molto positivamente agli eventi di oggi, la possibilità che cada un governo marxista ritenuta una opportunità positiva per l'economia del paese: il Real è salito (dopo un crollo vertigionoso degli ultimi 10 mesi), le azioni della Petrobras sono aumentate.  La gente spera in un cambio di rotta di politica economica e la borsa riflette queste aspettative. Un eventuale arresto di Lula potrebbe significare una delegittimazione del governo Dilma Rousseff e quindi un impeachment (la stessa Dilma rischia di essere processata) e la fine di un epoca, quella del PT, il Partito Marxista Leninista che governa sin dal 2003. Ma ancora niente di sicuro.

E' probabile che Lula sará arrestato (o quantomeno messo agli arrsti domiciliari). Le prove sembrano molto forti, e nessuno organizzerebbe un processo di questata portata, contro un uomo così potente, se esistesse la  possibilitè di perdere lo scontro. Il PT cercherà di sganciare la figura di Dilma dall'immagine del partito e di attribuire a lei tutte le colpe della crisi in corso, e forse nel lungo periodo ci riuscirá, affrontando però pesanti conseguenze elettorali nel breve. 

Ma alla fine, come sempre avviene nel paese sudamericano dei gattopardi, gli uomini cambieranno, ma le regole del gioco resteranno le stesse: tutto cambierà affinché nulla cambi.