L'Italia non brilla certo per la sua competitività, il Global Economic Forum, nel suo rapporto 2014-2015, ci colloca al 49mo posto, e ce lo giochiamo con Kazakistan e Costa Rica. Certo, stiamo un po' meglio della Federazione Russa, ma siamo dietro a paesi come Porto Rico o Thailandia, che non si definirebbero propriamente avanzati. Il rapporto, impietoso, ci colloca inoltre nell'Europa di serie B, aggiungendo che, a differenza di alcuni nostri compagni di viaggio, non registriamo nemmeno segni di miglioramento. Quest'anno non abbiamo perso posizioni, anche se la Russia, che rispetto allo scorso ne ha guadagnate 11, è già pronta al sorpasso e anche le Filippine metteranno a breve la freccia.

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Eppure nel nostro paese non tutto è da buttare. Ci sono alcuni indicatori che ci dicono che potremmo, con quel che abbiamo già oggi in mano, essere altrove. Dopotutto non siamo forse una delle 37 economie avanzate che fanno dell'innovazione la loro carta vincente? E infatti, se si guardano i fattori legati all'innovazione, risultiamo al 29mo posto, seduti al tavolo con Canada, Australia, Hong Kong.

Dove sta la zavorra? Tre sono gli elementi critici che pesano in modo devastante sulla nostra competitività: il funzionamento delle istituzioni (siamo al 106mo posto, ma sull'efficienza del governo scendiamo al 143mo su 144), la situazione macroeconomica (108, soprattutto a causa del peso del debito pubblico), e la difficoltà di accesso al credito in particolare per le PMI, il tutto condito da una delle più elevate tassazioni al mondo (siamo oltre il 130mo posto).

Gli effetti di questi numeri, a partire dalla pesante deindustrializzazione e la drammatica perdita di posti di lavoro di qualità, li sperimentiamo nella quotidianità, nostra e di parenti e amici. La domanda dunque è se sia possibile venirne fuori.

Purtroppo la risposta non è semplice, di sicuro però dovrà necessariamente passare da un profondo ripensamento del ruolo delle nostre istituzioni. Vi sono fortunatamente segnali positivi in tal senso, che ci dicono che è possibile costruire un nuovo patto tra le istituzioni e chi ha le idee e la voglia di costruire un futuro per sé e per il paese. Uno di questi è arrivato ieri da Milano con la presentazione dei vincitori della seconda edizione di Alimenta2Talent*, un progetto promosso dal Comune di Milano e dal Parco Tecnologico di Lodi con l'obiettivo di premiare le idee di impresa più innovative.

A renderlo diverso dalle tante start-up competition che si moltiplicano nel nostro paese sono almeno due aspetti. Il primo elemento sta nella scelta di non rivolgersi a chi l'impresa l'ha già fatta, o è sul punto di farla, per dargli una pacca sulla spalla e un assegno che molto spesso è più che sufficiente per un viaggio premio alle Maldive, ma che non riesce nemmeno a coprire i costi di avvio dell'attività. Alimenta2Talent, seguendo il motto "la ricerca si fa impresa", ha deciso di rivolgersi a chi ha un'idea di impresa innovativa, e la determinazione per realizzarla, pur non avendo idea di come si faccia.

In secondo luogo ha deciso di non dare assegni, ma strumenti, persone e competenze, per fare in modo che quelle idee, per quanto belle, non finiscano per perdersi per strada abbandonate a se stesse. Il premio infatti si chiama Alimenta Accelerating Program, un percorso che, in 6 mesi, trasformerà i vincitori in "imprenditori" capaci di essere all'altezza delle sfide che le loro idee impongono, sul piano tecnologico e sul piano gestionale.

Per un paese che ha sempre fatto della separazione tra accademia e impresa un vanto, un cambio di rotta non da poco. Un cambio di rotta che sta già dando i suoi frutti, come dimostra la bella avventura di Orange Fiber, una delle idee vincitrici dell'edizione 2013 che oggi è in grado di presentare il suo tessuto vitaminico al mondo, un cambio di rotta che risponde a un bisogno vero del paese, come dimostrano le oltre 100 idee raccolte dall'edizione di quest'anno, la maggior parte provenienti da giovani ricercatori. Non facciamoci scappare anche loro.

Per i curiosi qui è possibile trovare i vincitori delle due edizioni di Alimenta2Talent.