corea grande

Avviso per naviganti, startupper, futuristi e tutti quelli che attendono la next big thing: scordatevela. Quella che sommariamente – per usare, come al solito, una semplice parola per indicare una congiuntura di eventi complessa – chiamiamo “Internet” è stata molto probabilmente un’occasione unica della vostra (nostra) vita.

Che poi, appunto, non è “Internet”. Quello che negli ultimi 20 anni circa ha sconvolto il mondo nasce dalla confluenza di almeno tre rivoluzioni.

La prima è l’elettronica di consumo. Guardiamo la realtà delle cose: un Raspberry Pi costa meno della tavoletta di un WC di quelle che potete comprare al centro commerciale. La griglia di un barbecue costa piú di un telefono cellulare (non smart). Uno smartphone entry level costa meno delle ante di vetro di una cabina doccia di quelle economiche comprata al centro commerciale di cui sopra. E si tratta di un pezzo di plastica, di un pezzo di ferro e di due lastre di vetro, di qualcosa dunque di assolutamente primitivo rispetto al concentrato di tecnologie di altissimo livello di un Raspberry Pi, di un cellulare, di uno smartphone, oggetti infinitamente piú complessi. Tutto questo non sarebbe potuto accadere senza la rivoluzione politico-economica avvenuta in Cina. Togliete la Cina e le “cinesate” (si, anche un’iPhone, un’iPad, assemblati in larghissima parte dalla Foxconn a Shenzen con componenti costruiti in gran parte in Cina, è una “cinesata”…) all’equazione e ditemi quanto resta.

È lo sviluppo dell’elettronica di consumo che ha permesso lo sviluppo di personal computer a prezzi accessibili a tutti. Quello che una volta occupava una stanza, prima siamo riusciti a farlo entrare nello spazio di un frigorifero (e già si parlava di minicomputer…), poi nello spazio di una macchina da scrivere: ma questa macchina da scrivere miracolosa costava troppo, quanto un’automobile (vi ricordate il vecchio slogan dell’Electronic Frontier Foundation, “La mia seconda auto è un computer”?). Poi è arrivato a costare quanto un’auto usata. Infine oggi è un oggetto di consumer electronics come tanti altri, si può comprare al supermercato e mettere nel carrello insieme alla spesa, e può arrivare a costare quanto un paio di scarpe di buona qualità. Se lo compriamo usato, quanto un paio di scarpe in offerta al solito centro commerciale. Senza la rivoluzione della “consumer electronics” questo non sarebbe potuto accadere. Senza le linee di produzione ultraeconomiche cinesi non sarebbe stato possibile. Sì, conosco il retropensiero di molti, a questo punto: lo sfruttamento degli operai cinesi. A costoro consiglio di guardare, ad esempio, il vecchio documentario di M. Antonioni sulla Cina del 1972, “Chung Kuo – Cina”, che sto guardando proprio in questi giorni su RaiPlay: scene di miseria e di povertà assoluta rispetto alla Cina di oggi, e sicuramente si trattava di riprese concordate con il governo di allora, figuriamoci il resto.

E Internet, o per essere piú precisi le reti dati, ci sono da un pezzo. I fondamenti teorici sono stati posti nei primi anni ‘60 da Paul Baran alla RAND Corporation, NCP viene definito nella RFC33 nel 1970, TCP/IP viene introdotto con RFC793 nel 1981: date lontane, oramai lasciate alla Storia. Ma si trattava di protocolli che connettevano i costosi armadi di cui sopra. E cosí al tempo stesso Internet ha dato un senso al computer personale, economico, e si è potuta diffondere grazie ad esso. La rivoluzione digitale è nata dalla confluenza di queste rivoluzioni, dire chi è arrivato prima è una questione uovo-gallina assolutamente improduttiva, è stata una sinergia.

Ora, è estremamente improbabile che nell'arco delle nostre vite un simile allineamento astrale di vicende disgiunte (gli sviluppi dell’elettronica di consumo, collegati con il nuovo ruolo della Cina nell’economia globale, la nascita del personal computer, lo sviluppo di una rete universale basata sui principi fondanti dell’end-to-end e della neutralità del trasporto dei dati) possa ancora ripetersi. È inutile fare confronti con altre vicende che, se mai lasceranno un segno – ed in molti casi ne dubito fortemente – saranno solo dettagli in una Grande Storia che potete ritenervi fortunati di aver vissuto.