logo editorialeTu hai ucciso mio fratello. Tu hai distrutto la mia famiglia e la mia casa. Ma tu mi hai rubato la terra e mi hai recintato in un cortile desertico con un muro invalicabile, e mi hai costretto a chiederti il permesso anche per lavorare. Si, ma tu vivi per uccidermi, e uccidere i miei bambini, fai saltare in aria persone innocenti, vuoi che scompaia, mentre io voglio solo fare la mia vita come una persona normale in un paese normale: voglio prendere l'autobus per andare a lavoro, voglio sedermi con gli amici al bar. Voglio farlo senza essere costretto a pensare ogni minuto che quel minuto potrebbe essere l’ultimo, perché tu sei salito sul mio stesso autobus con una bomba attaccata alla pancia e l’hai fatto per fare esplodere me che non sai nemmeno chi sia.

Sì, ma tu mi hai rubato la terra, e con i tuoi missili potenti hai ucciso i miei fratelli e con i tuoi soldi hai costruito il muro che tiene in prigione i miei figli e li riduce alla fame, e ai miei figli hai rubato le terre dove loro avrebbero dovuto costruire la loro casa, e hai tolto loro la casa per costruirla tu la casa per te e i tuoi figli e i figli dei loro figli.

Non mi fido di te.

No, sono io che non mi fido di te.

E io ti odio perché mi fai vivere nel terrore. E io ti odio perché mi fai vivere nella miseria. E io ti disprezzo perché uccidi i miei bambini. Ed io disprezzo te perché tu uccidi i miei bambini.

gazaisrael

La colpa, la ragione è inutile cercarle perché la coda porta al capo ma il capo è un nonsense antico molto più dell'olocausto, della creazione di uno Stato giuridicamente legittimo ma storicamente impossibile. Che pure c'è, è realtà. Non tutto è dicibile, non tutto è neppure pensabile in questa guerra infinita. Ed in questo non detto e non pensato cova la paura per quello che non dice, ma fa, l'altro da noi.

The honourable woman” è una serie tv che racconta di una donna israeliana, figlia di un facoltoso imprenditore ebreo assassinato in un ristorante, a Londra, davanti ai suoi figli, all'epoca bambini. Rifugiato in Inghilterra nel ‘39, quell’uomo credeva che non potesse esistere una casa senza muri. Il suo lavoro era costruire quei muri, in Israele, e costruire tank – e con i muri e i tank proteggere la sua casa, la casa degli ebrei. La protagonista della serie è la figlia di quell’uomo. La ritroviamo 29 anni dopo l'assassinio del padre. Presiede la fondazione a lui intestata e, nello stesso elegante salone di quello stesso ristorante londinese in cui il padre è stato giustiziato, davanti ad una platea di ricchi convenuti annuncia di volere d'ora in poi costruire non più muri di protezione ma canali di comunicazione: milioni di chilometri di cavi in fibra ottica per cablare i territori palestinesi e connetterli col mondo. Perché - dice - la migliore protezione per Israele è costruire opportunitá.

Progetto edificante, illuminato, razionale, il suo e tuttavia - da subito - bagnato dal sangue. “In Medio Oriente i nemici sono quelli che ci si fa” – obietta ad un vecchio amico del padre ostile a questa virata ‘progressista’. Ciascun israeliano e ciascun palestinese ha un fratello, un padre, un figlio perduto che rinnova in lui la paura ed è la paura, anche senza odio, che crea il nemico. La donna che decide di cablare le scuole, le università, gli ospedali, gli uffici pubblici palestinesi invece di continuare a costruire tank e muri sa che non sarà quella la soluzione, ma sa anche che non sarà più lei una parte del problema.

Il conflitto tra Israele e Palestina è una storia 'biblica' di paure umane e del bisogno di trovarne una ragione 'esterna', politica, che pure la politica non potrá riuscire a sedare mai. La politica ha un ruolo, certo, che è quello di non ignorare le paure dell'altro che portano l’altro a considerarti nemico. Non si può non provare orrore per l'omicidio di persone innocenti. Non si può non sentire il bisogno umano essenziale di impedire che quell’orrore venga compiuto e il dovere di punire chi lo compie.

Quanti palestinesi hanno provato orrore, vergogna, onta per l'omicidio dei tre ragazzini israeliani sacrificati per compiacere l'ego fanatico dei businessman del terrore da cui lasciarsi comprare per un tozzo di pane? È una umanità smarrita quella che non si ritrova unita in quell’orrore. Davanti all’uomo smarrito tuttavia il ‘buono’ non si compiace nel vedere il ‘cattivo’ marciare spedito sulla strada della perdizione: gli offre l’opportunità di ritrovare la propria strada.

@kuliscioff